Quello sull'utilità o meno dei compiti per le vacanze è uno dei dilemmi più ricorrenti (e irrisolti...) al termine di ogni anno scolastico.
Anna La Prova, psicologa e psicoterapeuta ad orientamento cognitivo-comportamentale, mi invia il suo parere autorevole che vi invito a leggere, come utile spunto per una riflessione completa sull'argomento.
"Se i compiti sono importanti per l’apprendimento, le vacanze lo sono altrettanto, se non ancora di più. Sicuramente il momento dei compiti a casa è utile al bambino/ragazzo per avere la possibilità di un momento di rielaborazione personale di quanto appreso in classe, così come anche per essere allenato ad avere un piccolo impegno.
Tuttavia le vacanze sono utili all’apprendimento almeno quanto i compiti. Non soltanto perché, come possiamo intuire, il fare pausa permette di ricaricare le batterie ed essere quindi nuovamente pronti ad un nuovo impegno, ma soprattutto perché è proprio durante la pausa, mentre spostiamo l’attenzione su altro, che la nostra mente ha modo di rielaborare in maniera più approfondita certi concetti appresi.
Sarà capitato a tutti noi di incaponirci su un problema in maniera focalizzata e non riuscire a risolverlo e di trovare, quasi magicamente la soluzione, proprio nel momento in cui ci siamo distratti, pensando ad altro. Ecco non è una magia: la nostra mente funziona così, ha bisogno di momenti di totale distanziamento dal compito di apprendimento per poterlo “digerire”, rielaborare in maniera approfondita.
Detto questo, cosa possiamo suggerire alle famiglie di bambini che hanno compiti per le vacanze?
Innanzitutto una bella pausa relativamente lunga di almeno 1 settimana 10 gg alla chiusura della scuola, in modo da permettere un salutare distacco da tutto ciò che è stato appreso. Suddividere poi l’impegno dei compiti in modo costante e strutturato: ad es. 2 giorni a settimana dedicati ai compiti, in span temporali ben precisi: 20 min poi 5 di pausa per un paio d’ore. Questo permette non solo di aggredire in maniera più agile i compiti, ma anche di favorire quel processo di elaborazione inconsapevole, che avviene proprio durante le pause, di cui dicevo prima. A seconda dell’età del bambino chiaramente questi tempi vanno calibrati in maniera specifica.
E i libri per le vacanze?
Libri per le vacanze si, ma utilizzati in maniera ragionata ad es.: non vedo molto funzionali i libri che prevedono una scheda al giorno, l’effetto demotivante per un bambino che ha appena finito la scuola e pensa di dover fare i compiti tutti i giorni, ve lo lascio intuire. Si possono usare questi libri naturalmente, ma assegnando magari 10 schede a settimana, distribuite però in massimo 2 giorni identificati per i compiti."
Fonte: www.forepsy.it/