Torno, mio malgrado, a parlare della manovra finanziaria segnalando uno studio realizzato da Tuttoscuola, un magazine non sospettabile di atteggiamenti ideologici o di parte.
Ebbene questa ricerca porta alla conclusione che l'effetto di questa TASSA nei confronti del personale della scuola comporterà, a fine carriera, un taglio medio di 29.000 euro (non ho aggiunto erroneamente uno 0... trattasi di ventinovemila euro!) a docente, con punte che arrivano a 42.000!
E in TV non se ne parla...
"La manovra finanziaria del governo, mano a mano che viene disvelata nei suoi dettagli, riserva alla scuola sorprese sempre più amare
Dalla prima lettura del decreto legge n. 78/2010 i sindacati, i media e gli addetti ai lavori hanno stimato nei giorni scorsi un effetto medio su circa metà del personale della scuola di 2-3 mila euro (a seconda delle stime) all'anno per il triennio 2011-2013. Tutto confermato, ma il fatto è che c'è molto di più.
L'esame delle relazioni, illustrativa e tecnica, che al Senato accompagnano il provvedimento consente ora di conoscere l'esatta natura, la portata e la ricaduta dell'intervento sulla scuola, e di scoprire che:
1) Il taglio medio imposto al personale della scuola da quest'anno fino a fine carriera è di ben 29 mila euro a persona, con punte fino a 42 mila euro: complessivamente il governo si aspetta di recuperare dal personale della scuola fino al 2050 ben 19 miliardi di euro (oltre 500 milioni di euro l'anno in media);
2) Il taglio colpisce tutti i docenti in servizio e non solo quella metà che nel triennio ha maturato lo scatto di anzianità;
3) La scuola è trattata in maniera molto più punitiva rispetto anche al resto del pubblico impiego. Infatti, mentre i docenti universitari, i ricercatori, i magistrati, i diplomatici, i prefetti, il personale della sanità, ecc., sono colpiti dalla manovra solo per un triennio (effetto economico triennale ma nessun effetto giuridico, cioè nessuna ricaduta sulla futura progressione di carriera), il personale della scuola è colpito in via permanente (effetto economico e giuridico con trascinamento fino al termine della carriera).
Insomma, se la manovra colpisce il generale il pubblico impiego rispetto ad altre categorie, all'interno del pubblico impiego la scuola è a sua volta la vittima sacrificale.
Per effetto della manovra, tutto il personale scolastico avrà tre anni di carriera annullati, come se non fossero mai esistiti.
La manovra cancella completamente il triennio 2011-2013, e lo fa solo per il personale scolastico, con l'effetto di ritardare di tre anni lo sviluppo della carriera e i passaggi di posizione. Per tutti.
In questo modo lo Stato per il triennio 2011-13 risparmierebbe quasi due miliardi (circa l'8% dei 25 miliardi dell'intera manovra), e nell'arco dell'intera carriera dei docenti in servizio (gli ultimi andranno in pensione nel 2050) quasi 19 miliardi di euro.
La relazione allegata al decreto esplicitamente afferma che "con l'esclusione degli anni 2010, 2011 e 2012 dal computo dell'anzianità utile per i relativi passaggi stipendiali, si determinerebbero nell'arco di 37 anni, a decorrere dall'anno 2011, economie di spesa conseguenti allo slittamento di tre anni, per tutto il personale in servizio nel triennio 2010-2012, degli incrementi economici relativi ai passaggi nelle classi stipendiali successive".
La relazione tecnica a pag. 166 quantifica appunto in quasi 19 miliardi di euro questo beneficio prolungato nel tempo per una durata di 37 anni (il periodo massimo per la carriera di 40 anni privata dei tre anni di anzianità annullati).
Per il 2011 il risparmio sarebbe di 320 milioni di euro, nel 2012 di 640, nel 2013 di 960 (confermati anche per il 2014 e per il 2015). In ciascuno degli anni dal 2016 al 2021 il risparmio sarebbe di 800 euro milioni annui e così via per i successivi anni per raggiungere la considerevole cifra di 18.720 milioni che non saranno corrisposti in questo lungo periodo a tutto il personale scolastico in servizio nel 2010.
Insomma per la scuola non si tratta solo di congelamento degli scatti, ma di azzeramento di tre anni di carriera con conseguenze permanenti sulla progressione retributiva da ora fino al momento della pensione.
La proiezione dell'effetto della manovra fino a fine carriera
Tuttoscuola ha proiettato gli effetti della manovra su tutte le otto categorie contrattuali del personale scolastico (dai bidelli ai docenti delle superiori), comparandoli con i dati contrattualmente attesi prima della manovra. Per comprendere i meccanismi di calcolo va spiegato come è strutturata la carriera nel comparto.
L'attuale progressione di carriera dei docenti e del personale Ata avviene con passaggi alla posizione stipendiale superiore mediamente ogni sei anni. Più esattamente, secondo il contratto nazionale, i passaggi avvengono attualmente al 3° anno, al 9°, al 15°, al 21°, al 28° e al 35° anno di anzianità.
In base al comma 23 dell'art. 9 del decreto legge 78/2010, illustrato anche dalle relazioni che lo accompagnano, la progressione di carriera per tutto il personale attualmente in servizio non avrà effetto per il triennio 2011-2013. Tre anni saranno congelati e resi improduttivi per sempre.
In questo modo i passaggi di posizione avverranno al 6°, al 12°, al 18°, al 24°, al 31° e al 38° anno di carriera.
Modifiche della progressione di carriera del personale scolastico
primo scatto |
secondo scatto |
terzo scatto |
quarto scatto |
quinto scatto |
sesto scatto |
|
contrattuale attuale: al |
3° anno |
9° anno |
15° anno |
21° anno |
28° anno |
35° anno |
decreto legge 78/10: al |
6° anno |
12° anno |
18° anno |
24° anno |
31° anno |
38° anno |
Con quali effetti? Il ritardo dei passaggi di posizione stipendiale durerà per l'intera carriera del personale scolastico, determinando mancati passaggi di posizione stipendiale in quantità maggiore per chi attualmente ha minore anzianità nella carriera e minore per chi è ormai al termine della carriera.
Facciamo alcuni esempi, basandoci sui valori stipendiali attuali e senza tener conto dei futuri contratti:
- un docente di scuola media in ruolo dal settembre scorso: in base della manovra, al termine dell'intera carriera finirebbe per perdere rispetto a quanto contrattualmente previsto ad oggi 37.097 euro lordi;
- un suo collega con 10 anni di servizio ne perderebbe alla fine 33.165;
- per un altro collega con 20 anni attuali di servizio la perdita a fine carriera sarebbe di 20.617;
infine per un docente di scuola media con 30 anni di servizio la perdita a fine carriera sarebbe di 7.913 euro.
-
La perdita complessiva media del personale si può stimare in 29 mila euro, prendendo a riferimento la posizione di un docente di scuola media con 14 anni di servizio.
Nel caso estremo di un docente di secondaria superiore appena entrato in servizio, si arriva ad oltre 42 mila euro in meno a fine carriera. Non poco per chi guadagna oggi 25 mila euro all'anno: praticamente, a prezzi costanti, la manovra richiede - rispetto a quanto contrattualmente previsto fino ad oggi - di lavorare gratis per un anno e 8 mesi nell'arco della carriera.
Nel caso medio di cui sopra (29 mila euro di taglio su uno stipendio attuale di 27 mila euro) equivale a richiedere di lavorare gratis per un anno.
Perdita complessiva (euro lordi) nel corso della carriera per effetto DL 78/2010
-
Anzianità nel 2010 |
Collabor. scolastico |
Coll. Scol. Aziende |
Assistenti Amm.vi |
DSGA |
Docenti prim./inf. |
Doc. non laur. II gr. |
Docenti media |
Docenti super. |
0 anni |
14.687 |
14.713 |
19.066 |
40.572 |
32.511 |
35.421 |
37.097 |
42.168 |
10 anni |
12.610 |
12.649 |
16.395 |
36.326 |
29.073 |
31.983 |
33.165 |
36.248 |
20 anni |
7.154 |
7.229 |
9.368 |
24.458 |
18.118 |
21.028 |
20.617 |
23.138 |
30 anni |
2.445 |
2.472 |
3.249 |
10.843 |
6.966 |
7.001 |
7.913 |
7.857 |
La "casta" subirà lo stesso trattamento?
Qualora la manovra non venga modificata in Parlamento nel corso della conversione in legge del decreto, ci si troverà di fronte al più drastico intervento sulle retribuzioni del personale nell'intera storia della scuola italiana.
Nei giorni scorsi, Tuttoscuola aveva sottolineato come sembra aver prevalso una sorta di regola di Robin Hood rovesciata: la Finanziaria toglie di più a chi ha di meno (per es. agli insegnanti, nel solo triennio 2011/13, -10/15%), salvaguardando nella sostanza chi ha di più, dai dirigenti dell'amministrazione (-2%) ai direttori generali e ai sottosegretari (-6%), ponendo un problema di equità, ammesso anche dal ministro della Funzione pubblica Brunetta.
Da qui la proposta fatta da Tuttoscuola di eliminare la franchigia che impedisce di applicare la riduzione di stipendio sui primi 90 mila euro dei dirigenti (tema sul quale è stato lanciato un sondaggio tra i lettori del sito www.tuttoscuola.com al quale è ancora possibile rispondere e di cui verranno presto resi noti i risultati).
Alla luce di quanto ora emerso, dopo la diffusione della relazione tecnica, sulle effettive caratteristiche della manovra, appare ancora più stridente il sacrificio chiesto ai docenti rispetto a quello richiesto alla "casta". Verrà ora modificata durante il confronto politico parlamentare in sede di conversione in legge? Se pure verranno confermati i saldi (e "i soldi", come ha affermato ieri il ministro dell'economia Tremonti) complessivi, un principio di equità - che consentirebbe anche di eliminare la sensazione di accanimento verso il settore della scuola che a questa condizioni la manovra lascia - vorrebbe che si riducesse almeno in parte il taglio previsto per il personale della scuola e si incrementasse quello richiesto alla classe dirigente, portandolo almeno a un'incidenza percentuale pari a quella richiesta ai docenti.
Cosa deciderà il Parlamento? E come si regoleranno gli stessi presidenti di Camera e Senato che dovranno deliberare entro la fine dell'anno in vista della determinazione del taglio dello stipendio per i parlamentari, inclusi i ministri parlamentari? Analoga decisione spetta anche alla Presidenza della Repubblica e alla Corte Costituzionale, che dovranno decidere riduzioni di spesa (art. 5 del decreto legge n. 78/2010). Sarà richiesto un conto analogo a quello del personale della scuola?"
Commenti
Non abbiamo forse sempre detto che l'insegnamento, più che una professione, è una missione.
A furia di ripeterlo evidendemente i nostri governanti avranno pensato che, visto che gli insegnanti sono dei missionari, perciò dediti al volontariato, alla beneficenza tout court, se non all'autolesionismo (leggi pazienza da martire nei confronti dei pargoli e loro congiunti), è da emeriti cretini remunerare dignitosamente, appena dignitosamente, la loro opera.
Da tale ragionamento…giù tagli col macete agli stipendi!!!!!! Citazione
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