Come apprende il cervello? L'esperienza di scuole francesi e spagnole per studenti con DSA Stampa
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Martedì 18 Settembre 2012 13:10

Come apprende il cervello? Come la classe incide nelle dinamiche di apprendimento del cervello?

La scienza cognitiva prova a rispondere a queste domande ed indica le modalità che favoriscono l'apprendimento a scuola.

Euronews dedica una puntata a queste tematiche, descrivendo l'esperienza di una scuola francese ed una scuola spagnola per studenti con Disturbi dell'apprendimento.

Alla scuola Cerene, centro di riferimento per la valutazione neuropsicologica del bambino, vengono accolti i ragazzi con disordini dell'apprendimento, detti dys. Il più noto è la dislessia, ma ne esistono altri come la disfasia, un deficit prolungato delle capacità verbali, la disortografia, la difficoltà di tradurre i suoni in simboli grafici e la disprassia, disturbo della coordinazione motoria. 

Gli insegnanti sono assistiti da un ortofonista e da uno psicologo. Un'ora viene riservata al tutorato. 
Il centro basco sulla Cognizione, il Cervello e le Lingue, a San Sebastián, è stato creato nel 2008. Si occupa di ricerca sull'acquisizione e la produzione del linguaggio, di disordini del linguaggio e dell'apprendimento.
A questo scopo il lavoro degli scienziati in collaborazione con gli insegnanti è essenziale per applicare i progressi della ricerca in classe. Qui si 
studiano la dislessia, un disturbo permanente dell'acquisizione della lettura, ma anche disturbi meno conosciuti come la discalculia. 

*Paul Kelley, ideatore dell'apprendimento intervallato*

Nell'apprendimento delle lingue o di qualsiasi altro argomento, la memoria a lungo termine è importante. Quali tecniche possono rafforzarla? Gi adolescenti studiano nei momenti sbagliati? Ne parliamo con Paul Kelley, preside e scrittore sul tema dell'educazione.
"L'apprendimento intervallato significa corsi intensivi di 20 minuti e poi dieci minuti di pausa perché il corpo rallenta e le cellule fanno le trasformazioni necessarie per creare ricordi", spiega Kelley. "Gli adolescenti hanno bisogno di svegliarsi due-tre ore dopo gli altri ed è qualcosa che non possiamo modificare. Quindi invece di dire agli adolescenti di alzarsi al mattino e andare a scuola, occorre cambiare gli orari scolastici in modo tale che si sveglino al momento opportuno"

 

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